Economia green

Il bianco krofta, da rifiuto a risorsa

Nello stabilimento di Tolmezzo quello che era uno scarto diventa ora una risorsa che si può immettere sul mercato con benefici ambientali ed economici.

La cartiera di Tolmezzo è di proprietà di Mosaico, la società del Gruppo Burgo che sviluppa e commercializza carte speciali. Lo stabilimento produce carte naturali per stampa offset, buste e carte per ufficio,  carte veline e monolucide per l'industria alimentare.

Attraverso il recupero dei residui di approvvigionamento e di lavorazione, secondo i principi dell’economia circolare, presso lo stabilimento di Tolmezzo si ottengono anche alcuni sottoprodotti destinati alla vendita, ad esempio la segatura derivata dalla vagliatura del legno chippato e la corteccia ottenuta nel saltuario processo di scortecciatura sono reintrodotte nel mercato come materiali utili alla produzione di pellet o di lettiere per animali.

Direttamente dal processo di produzione della carta deriva poi il bianco krofta (krofta fibroso).

Il ciclo produttivo di Tolmezzo è in grado di recuperare, reintroducendolo nel flusso dei fogliacci, gran parte del materiale derivato dal sistema di flottazione delle acque delle due paper machines. Una quota non recuperabile, tuttavia, era, in passato, scartata come rifiuto. L'analisi dettagliata del residuo fibroso ha ora permesso di valorizzare anche questa porzione, il bianco krofta, prima considerata come scarto.

Il bianco krofta, infatti, ha tutte le caratteristiche per essere considerato un sottoprodotto, ovvero una sostanza originata da un processo produttivo il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza e il cui utilizzo è:

  • diretto, senza preventivi trattamenti diversi dalla normale pratica industriale;
  • legale, senza impatti negativi sull’ambiente o la salute umana;
  • certo, da parte del produttore o di terzi.

La certezza dell'utilizzo è garantita dalla collaborazione che Mosaico ha instaurato con un'altra cartiera che opera nello stesso distretto industriale. Questa cartiera acquista da Mosaico il bianco krofta. Il materiale, avendo caratteristiche analoghe alla cellulosa vergine, è immesso nel ciclo produttivo del cliente senza alcun trattamento preliminare. Il sottoprodotto risulta così più efficiente della carta da macero che, invece, richiede un processo di separazione dei materiali residui (ad esempio tetrapack, plastiche, alluminio) che possono ancora essere presenti, sia pur in percentuali bassissime. Il bianco krofta è pronto all’uso e non deve subire ulteriori preparazioni:  ciò significa una riduzione dei tempi di lavorazione e di consumo energetico. Si comprende quindi il forte interesse della società cliente che ha rinnovato la commessa per la fornitura.

Vantaggi economici e sostenibilità ambientale

La valorizzazione del bianco krofta come sottoprodotto ha permesso a Mosaico non solo di risparmiare i costi legati alla gestione di questo residuo come rifiuto, ma anche di guadagnare dalla sua vendita.

I vantaggi sono evidenti anche dal punto di vista ambientale, a favore delle due società coinvolte e dell'intera comunità, come sottolinea il Rapporto Rifiuti Urbani Friuli Venezia Giulia (Seconda edizione 2021) redatto da ARPA FVG: "non solo c’è stata una riduzione della produzione dei rifiuti ma anche un minor impatto ambientale associato al loro trasporto: l’impianto di destino dei sottoprodotti dista soli 18 km dall’impianto che li produce."

Ottimizzazione dei costi, riduzione dei rifiuti, risparmio energetico e abbattimento delle emissioni di CO2: lo stabilimento di Tolmezzo si dimostra così un esempio virtuoso di circular economy e l'industria cartaria conferma, al di là dei luoghi comuni, il suo impegno per la sostenibilità ambientale. La spinta ad una corretta politica di riuso e riciclo dei materiali e la nuova progettazione di imballaggi e manufatti eco-compatibili offrono concrete opportunità per trasformare uno stabilimento industriale in una piccola miniera di risorse e per incidere positivamente sulla società e sull'ambiente.

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